Marco de Canaveses è una cittadina nell’assolata campagna portoghese. ha un’acropoli, e su quel rilievo si erge una chiesa bianca e dalle linee nette. Sul fronte, un portale sale dritto e lungo, come una figura di el greco che in altezza supera ogni attesa, quasi a indicare come la materia può trasfigurarsi nello spirito.
Si tratta della chiesa di santa maria, i cui muri sono possenti nella loro opacità, ma sono anche vicini al sentire di chi vi s’accosta. due corpi sporgenti verso la piazza segnano il portale, come campanili. e la chiesa, alta quanto loro, affonda in alto nel cielo pur mantenendo tutta la corposità della sua presenza terrena. mentre la nettezza degli spigoli, il ridotto numero di aperture, il disegno a duplice svasatura che incava la parete di fondo, la fenditura che bassa accompagna il lato lungo dell’aula così che chi passa fuori possa sentirsi vicino a coloro che stanno all’interno, garantiscono che la presenza di questo volume costituisca una presenza tanto aulica quanto prossima al comune sentire.
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