Creta e il profumo della gioventù

di Antonia Arslan

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Dentro ognuno di noi c’è un deposito dei ricordi, come una scatola misteriosa che all’improvviso si materializza nella mente, come se fosse sempre stata lì, a portata di pensiero. Si apre una memoria, viva e vera: e rinasce spesso attraverso l’odorato, fra i sensi quello più oscuramente collegato con le nostre intime sensazioni, il grimaldello che fa scattare e rivivere emozioni primarie. Sia essa di gioia o dolore, furore o tristezza, esaltazione o melanconia, l’emozione deve essere forte, a colori intensi e netti.

Anche nei sogni riemergono i ricordi, ma sono così frantumati e mescolati che la brezza del mattino li dissolve, e ne resta solo una vaga eco d’umore; oppure li raccontiamo riordinandoli, come presagi o ammonizioni... fu così che giorni fa, quando mi capitò all’improvviso di sentire un intenso profumo di sandalo, per un lungo momento mi sentii come irretita in un’altra epoca, in anni lontani. Guardai davanti, verso il fondo della strada, e mi pareva di vedere mio fratello carlo, quella volta che non si era accorto di essersi rovesciato addosso un’intera bottiglia di bagnoschiuma al sandalo. lo prendemmo in giro per mesi, chiamandolo pascià levantino, frequentatore di hammam, lui che fra noi era l’unico che sembrava un vero orientale, somigliante a uno degli zii armeni di Siria, piccolo, moro e robusto, con occhi di giaietto.

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