El Greco, l’ultima icona

di Alessandro Beltrami

A Treviso una mostra sugli anni italiani dell’artista che cercò l’incontro impossibile delle tradizioni d’Oriente e d’Occidente

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Non deve ingannare il nome. el greco non è termine spagnolo: altrimenti sarebbe stato el griego. ma il pittore cretese anche nei suoi lunghi anni a toledo fu sempre “il greco”, come venne nomato nel suo soggiorno italiano tra Venezia e Roma. El greco passò nella nostra penisola una decina d’anni, tra il 1567 e il 1577. Non molti, ma fondamentali e ancora oggi densi di domande e di punti oscuri, al centro di un mostra a Treviso.

Dominikos Theotokopoulos era nato a candia, creta, nel 1541. l’isola era allora un possedimento della serenissima. i piani diversi dell’amministrazione “latina” e cattolica e la comunità greca e ortodossa si erano però tra loro mescolati. Gli stessi pittori vivevano una sorta di bilinguismo, creando sia pale d’altare per la chiesa di roma che icone ortodosse, spesso però forzandone il rigore tradizionale grazie anche alle suggestioni delle stampe che arrivano nelle stive delle galee veneziane. Non ultimo, Creta si trovava sul fronte caldo dello scontro con l’impero ottomano. Se el greco ci pare così attuale è forse anche perché figlio di una sorta di globalizzazione ante litteram e di un’epoca di grandi frizioni geopolitiche che – allora come oggi – hanno nel mediterraneo orientale il loro cardine.

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