Paradossale modernità

di Marco Roncalli

La nuova età dell’uomo si affacciò alla Storia proclamando la rottura con il passato, ma al tempo stesso cercando di recuperare la gloria classica: dall’antroponcentrismo egemonico alla rappresentazione della corporeità come gloria di Dio

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Con il Rinascimento comincia, nel consueto lessico storico e nella mentalità diffusa, anche l’età moderna: e, con essa, la modernità con le sue principali caratteristiche, cioè il primato dell’individualismo e dell’economia, il processo di secolarizzazione e – grazie alla scienza e alla tecnologia – l’egemonia dell’Europa qualificata dalla sua volontà di potenza su un mondo non più "a compartimenti stagni".

Con la modernità, e l’economia-mondo che ne è espressione e motore, nasce appunto l’occidente moderno che attiva, egemonizzandola, la dinamica della globalizzazione, gestendola secondo i principi e le necessità di una weltanschauung di segno prometeico e faustiano: cambiare, distruggere, ricostruire, scoprire, inventare, progredire, guadagnare, dominare.

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