C’è un episodio nei vangeli che può essere considerato la pietra angolare sulla quale riposa, almeno in questa nostra parte del mondo, la moderna idea della autonomia della religione dal potere politico. E' l’episodio celebre del «date a cesare quel che è di cesare e a dio quel che è di Dio». Il fatto, raramente rappresentato nell’arte, ha la sua traduzione figurativa più efficace e più celebre nell’affresco che masaccio dipinse, circa l’anno 1425, sulle pareti della cappella Brancacci, nella chiesa del Carmine, a Firenze.
Aveva meno di venticinque anni masaccio quando, in società con il più vecchio masolino, dipinse il tributo, parte di un ciclo pittorico dedicato a san pietro. Fu San Pietro infatti (Matteo 17,24-27) a pescare, nel mare di Cafarnao, su ordine di Gesù, il pesce che portava in bocca la moneta del tributo e a consegnarla all’esattore delle tasse. il pagamento delle tasse all’autorità legittimamente costituita è un dovere sociale al quale il cristiano non può e non deve sottrarsi.
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