Lo splendore della carità

di Ermes Ronchi e Marina Marcolini

L’arte, la cultura, la cura dei luoghi di culto e di vita cristiana non sono un lusso ma una vera opera di misericordia

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«Benvenuti. questa è la casa di tutti, è casa vostra». sono passate da poco le cinque del pomeriggio quando francesco, a sorpresa, si affaccia sulla soglia della sistina ad accogliere i suoi ospiti. dalla parete in fondo il cristo di michelangelo leva il braccio a separare i salvati dai dannati ed è la prima volta che lo vedono. Beati gli ultimi. I centocinquanta clochard che vivono intorno a san pietro hanno lo sguardo che brilla di stupore, alzano gli occhi e vedono la creazione di adamo, si voltano dall’altra parte ed ecco il pontefice che sorride, si avvicina per salutarli uno ad uno. «Per favore, pregate per me. ho bisogno della preghiera di persone come voi».

E' il 26 marzo 2015. papa francesco ha fatto recapitare ai senzatetto un invito perché potessero entrare, da soli come ospiti privilegiati, e poter godere dei capolavori di michelangelo in modo esclusivo. E' l’intuizione di un’ottava opera di misericordia, corporale e spirituale insieme: regalare agli occhi dei poveri la visione di uno dei luoghi più belli del mondo, uno dei vertici assoluti della storia, e al loro cuore il brivido dello stupore, per emozionarsi e godere.

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