Il termine “duomo”, sebbene talora possa anche designare la chiesa principale di una città che non sia sede vescovile, è utilizzato generalmente come sinonimo di “cattedrale” per indicare la chiesa in cui è collocata la cattedra del vescovo. la parola deriva dal latino domus che vuol dire “casa”. Si tratta di un’etimologia particolarmente significativa che può essere considerata a partire da due prospettive complementari. Il duomo può essere inteso, infatti, come la casa di Dio, la sua dimora nella città degli uomini, e al contempo come la casa del suo popolo, ovvero della chiesa radunata intorno al suo pastore.
Se è vero che la presenza di dio non può essere legata a un luogo particolare (cfr. 1 re 8,27), è anche vero che il popolo di dio ha ben presto maturato il bisogno di edificare spazi in cui vivere i tempi dell’incontro con il suo signore.
La presenza di dio nel mondo si è manifestata in pienezza nell’incarnazione e nella pasqua del figlio suo, gesù cristo. Quando i cristiani hanno edificato le loro chiese, hanno inteso realizzare uno spazio per celebrare la memoria viva di questa presenza, la quale trova il suo culmine nella sinassi eucaristica, e poi nella conservazione delle specie eucaristiche (cfr. sacrosanctum concilium 7). Ma, come afferma icasticamente agostino in un discorso a proposito dell’edificio della chiesa: «questa è la casa dove eleviamo le nostre preghiere: casa di dio siamo noi stessi» (Sermo 336).
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