Una danza paziente

di Ermes Ronchi e Marina Marcolini

Tre donne in dolcissima attesa. E poi le parabole del Regno dei Cieli. La grazia è un dono che richiede tempo

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Attesa e grazia: tensione verso un oltre e sorpresa che sbaraglia. i sentieri dei vangeli si snodano tra questi due poli. perché l’attesa è nella vita. il vangelo, scriveva turoldo, è un libro biologico. interpreta e illumina le dinamiche della vita. ed è nella vita di tutti che nasce l’attesa: quel desiderio – a volte incerto, spesso confuso – di un di più, che l’esistenza ordinaria non soddisfa. in marco è l’annuncio del battista ad avviare il racconto. un uomo mezzo selvatico e scalmanato, uscito dalla città al deserto, che grida il morso del più dell’umanità: immagine efficace per dire che di solo quotidiano, di solo lavoro, di sola ragione, non si può vivere. serve una scintilla della follia di dio per riaccenderti la vita.

L’attesa segna gli inizi e orienta i percorsi anche degli altri vangeli. Matteo e Luca cominciano con un bambino, e nient’altro più di un bambino può significare attesa e promessa di futuro. giovanni srotola l’intera narrazione della vita, tendendola dal verbo delle origini verso un compimento: l’essere umano diventato figlio di dio. ed è l’attesa che fa abbandonare le reti ai pescatori indaffarati, l’intuizione che qualcosa di grande avverrà nelle loro vite, se solo s’incammineranno dietro a quel mite e deciso, affascinante e misterioso nazareno.

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