Dare volto alla Parola

di Fabrizio Bisconti

Nei primi secoli i cristiani spesso ripresero figure e simboli del mondo ebraico e pagano dotandoli di nuovi significati

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Per ben due secoli il popolo cristiano sembra invisibile, nel senso che non sono stati rinvenuti edifici di culto o necropoli con segni evidenti della nuova religione, la quale, nel frattempo, come apprendiamo dalle scritture e dai padri apostolici, si stava diffondendo capillarmente in tutto l’ecumene tardoantico.

Soltanto agli esordi del III secolo il cristianesimo trovò l’energia e la coscienza per distinguersi dalle religioni del pantheon romano e si organizzò secondo una articolata gerarchia, che presiedeva e guidava le diverse comunità di fedeli sorte in seguito all’attività missionaria dei seguaci del Cristo. 
Mentre a Roma, al tempo di Papa Zefirino (199-217), viene affidato all’allora diacono callisto, poi pontefice tra il 217 e il 222, il cimitero della chiesa romana, che si sviluppò al terzo miglio della via appia, ai confini dell’impero, segnatamente nella città di dura europos in siria, su una sponda dell’eufrate, proprio nella prima metà del III secolo nasce il più antico edificio di culto, ovvero una domus ecclesiae, fornita di un fonte battesimale e di ambienti per le riunioni dell’assemblea.

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