C’era una volta una città posta sulla cima di un monte. Ma ai piedi di quel monte c’era il mare, e sul mare sorgeva il porto di quella città potente, dedito ad accogliere visitatori e commercianti da tutto il mondo. A poco a poco, però, il porto marino crebbe d’importanza e acquistò la propria indipendenza. Adesso le città erano due. vicinissime, ma non sarebbero potute essere più diverse.
Pure in un’isola, la sicilia, dove i riferimenti mitologici e classici sono ovunque e l’intreccio delle culture è stato continuo, visitare quest’angolo di paradiso offre sensazioni inedite. «Così allora, ripuntando la prora verso terra, passata l’isola della colombara sulla manca, la distesa infinita di saline sulla dritta, a quadri cilestrini e rilucenti come lastre di cristallo, entrammo nel porto di quella città bianca, di marmore e di sale, di mura e bastioni, di torri e di molini, di cupole, di specole e pinnacoli, che al pari d’una palomba bianchissima, dalle radici dell’erice impennato lunga si stende librandosi sul mare».
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