La pelle delle metropoli

di Adele Villani

Dalla città-macchina alla città-giardino, le utopie si stanno concretizzando nella sostenibilità

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«Come gli antichi trassero ispirazione dagli elementi della natura, noi – materialmente e spiritualmente artificiali – dobbiamo trovare quell’ispirazione negli elementi del nuovissimo mondo meccanico che abbiamo creato, di cui l’architettura deve essere la più bella espressione, la sintesi più completa, l’integrazione artistica più efficace». 

Così scriveva antonio sant’elia nel suo manifesto dell’architettura futurista, nel pieno fervore della passione per la meccanica. e più ancora delle parole parlano i suoi disegni: raffigurano città dove le strade sono invase da fiumane di auto, dense di grattacieli con ascensori in evidenza sulle facciate, punteggiate da alti comignoli fumanti. 

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