L'oasi di Tesar nel quartiere senza identità

di Mario Botta

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A Vienna, appena oltre lo scorrere del danubio, in una recente urbanizzazione con un centro di attività terziarie (torri di uffici, centro congressi, una sede per le nazioni unite, stazione della metropolitana, residenze e negozi...), un concorso di architettura ha portato alla realizzazione della “donaucity kirche”, posta ai lati di una nuova piazza circondata, come spesso avviene di questi tempi, da insediamenti edilizi “senza arte né parte” con le più bizzarre tipologie, dettate dagli appetiti della nuova speculazione fondiaria.

L’ingrata scommessa è stata affrontata e vinta con maestria e sensibilità dall’architetto austriaco heinz tesar (1939), uno dei più bravi interpreti di questa generazione, un costruttore ancora capace di attuare una sintesi progettuale fra l’eredità millenaria di un mestiere nobile e la disarmante povertà dell’attuale condizione urbana, ridotta sempre più a un anarchico ammasso di volumi edilizi.

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