Bill Viola, il tempo sospeso

di Alessandro Beltrami

A Firenze la videoarte dell’artista americano: dalla riflessione sul nascere, sul morire e sulla coscienza di sé al dialogo con i maestri del Rinascimento

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Negli ultimi anni non è stato difficile incontrare i video di bill viola in italia. è senza dubbio uno degli artisti contemporanei più conosciuti e riconosciuti anche dal grande pubblico, e diverse occasioni espositive gli sono state dedicate nel nostro paese. Ma l’ampia mostra allestita a firenze a palazzo Strozzi – con importanti “sconfinamenti” come il museo dell’opera del duomo (dove le sue opere dialogano con la Pietà di Michelangelo e la Maddalena di Donatello), gli uffizi e il battistero – per il videoartista americano è quasi un ritorno a casa. Bill Viola è stato infatti fiorentino per pochi ma cruciali anni della sua carriera, in cui ha avuto modo di conoscere da vicino l’arte del rinascimento, un contatto che si è rivelato nel tempo fondamentale per la sua poetica.

Firenze, una delle città italiane con il rapporto più difficile con l’arte contemporanea, nei primi anni settanta ha ospitato uno dei primi, pionieristici centri di produzione di videoarte, l’art/tapes/22. fondato nel 1972 da maria gloria conti bicocchi, vi lavorarono tra gli altri vito acconci, Allan Kaprow, Dennis Oppenheim. Bill Viola vi arriva ventitreenne nel 1974, come direttore tecnico e responsabile della produzione, fino al 1976, quando lo studio chiude.

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