La luce di Riva e le navi del Gattamelata

di Antonia Arslan

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Riva del garda. Uscii dall’albergo dopo aver fatto colazione, c’era tempo per una passeggiata prima di ripartire per le nebbiose pianure.
E mi trovai immersa in una luce accecante, stabile, come se il sole stesse immobile nel cielo, proiettando una luce uniforme e tersa, senz’ombre. il cielo era di smalto, perfettamente liscio e limpido. le strade del centro si estendevano diritte, non c’erano automobili, solo gente che camminava, immersa nelle sue faccende.

Un gruppo di ragazze cinguettanti esibiva felici sorrisi; un altro gruppetto stava in circolo intorno a una bambinetta che aveva appena imparato a camminare, in estasiata adorante ammirazione.
Mi avviai lenta, sentendo le ossa intiepidirsi pian piano, come se una linfa vitale iniziasse a percorrermi, e poi mi fermai al primo incrocio, incerta sulla direzione da prendere. tutte sembravano attraenti e luminose, ma decisi di svoltare a destra, verso una porta antica imponente, ma non ostile né minacciosa, circondata anch’essa da quella luce splendente e tranquilla, come immersa in un sogno. oltre la porta si apriva una piazza, e sullo sfondo una chiesa aperta e un suono di campane nell’aria. stava iniziando una messa domenicale.

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