La domanda nel buio

di Davide Rondoni

Nei poeti la bellezza autentica può nascere dal profondo della disperazione

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La speranza muove alla bellezza e la bellezza a sua volta muove alla speranza? si comportano davvero così queste due sorelle un po’ terribili e irrefrenabili? Potresti pure per un istante confonderle, hanno diverse somiglianze. ad esempio, una sfida simile negli occhi: per loro il tempo non è un avversario invincibile. Però sono due bambine diverse. hanno i piedi per terra e la testa chissà dove. il cuore di certo l’hanno in giro come un bambino curioso.

Gli artisti, gli scrittori, i poeti e tutti coloro che si aggirano intorno alla bellezza e ai suoi problemi hanno un conto aperto con la sorella speranza. anche i piu disperati tra i creatori di cose belle sono inseguiti dall’inquietudine dell’altra bambina – come la descriveva péguy – che li fissa e chiede: “e io?”. 
«Nulla speme m’avanza omai», dice leopardi, indicato da una critica novecentesca spesso superficiale come un nichilista contemporaneo, mentre è un pessimista biblico che fa i conti con le false speranze della modernità. non ha speranza, lui creatore di bellezza, di incontrare in terra l’ideale di bellezza (la “cara beltà”) – non crede a nessun paradiso terreno – e la vita dunque sembra condannata a trascorrere nella dura condizione dell’“ignoto amante”. Nulla infatti è più duro che vivere con una speranza bloccata. una speranza impossibile?

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