Eero Saarinen e la ricerca di un modello

di Mario Botta

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L‘architetto Eero Saarinen (1910-1961), nato in finlandia e approdato giovanissimo negli stati uniti, è certamente da annoverare fra i grandi protagonisti dell’architettura del novecento. Figlio d’arte (il padre eliel firma la stazione ferroviaria di helsinki), vanta un curriculum professionale impressionante, con incarichi e realizzazioni che spaziano dagli oggetti di industrial design (ancora oggi fra i più belli del mercato di settore) fino al terminal della twa nell’aeroporto John F. Kennedy a New York.
La sua ricerca progettuale interpreta con intelligenza e intuito le attese e le trasformazioni della società occidentale nella seconda metà del XX secolo. Il suo linguaggio, libero rispetto al passato, influenzerà poi le ricerche e le tendenze delle generazioni future.

Saarinen, nel suo generoso e fortunato impegno disciplinare, crea forme espressive originali: partendo dalle potenzialità tecnico-strutturali dei nuovi materiali (ferro e cemento) approda a inediti risultati d’immagine che introducono ruoli, significati e valori fino ad allora poco indagati dalla cultura moderna. La riconoscibilità di un’opera diviene componente importante di messaggi e di valori non più marginali dentro il processo progettuale. in questa accezione mi sembra appropriata la definizione che è stata data di saarinen come “il primo degli architetti contemporanei”.

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