Nascere, verbo infinito

di Davide Rondoni

Una nascita è sempre evento rivoluzionario. Così lo raccontano i poeti contemporanei

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La nascita è scandalo del nostro tempo. ricorda a ognuno di noi – che siamo protèsi spesso a cancellare il nostro stesso volto nel tentativo di cancellare con le nostre forze l’ansia e il dolore che ci attanagliano e che sono, invece, esito e maledetto frutto proprio di quella censura –, ecco, la nascita, il fatto storico preciso che ci lega a luoghi, a volti di madre e padre o fossero pure ombre, ci rammenta nel suo duro splendore la nostra identità umana. o, diciamola questa parola oggi quasi impronunciabile, la verità della nostra natura, sta lì, nei paraggi della nascita. accettare tale “essere avuti” come natura del nostro essere umano è la sfida di oggi.

In questo tempo molti desiderano una vita più naturale, ma al tempo stesso si nega che esista una natura specificamente umana. e allora il caos è fantastico e grande, tra chi abbraccia alberi, chi beve tisane, chi cerca di fare robot a propria immagine e somiglianza. per questo oggi la nascita è “assediata”, la si vuole, per così dire, staccare dalle sue caratteristiche principali. le quali ci ricordano invece la nostra vera natura: da un lato, la sconfitta di ogni nostra supponenza – non ci si fa da soli – e dall’altro la messa in crisi di ogni presunta autodeterminazione (cosa abbiano deciso di noi, nel grembo di nostra madre?).

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