Dove finisce, esattamente, la marca? Quanto vicino si può andare sotto ai monti friulani a saggiarne i versanti trevigiani e farne un limite interno? e quale distanza si deve tenere da venezia per serbarne l’aura originaria, però differita? questa terra ha avuto bordi mobili, nobili incastri ne hanno ridisegnato il perimetro e segnato l’identità. la geometria dei marchesati veneti s’è annacquata nei secoli, quella doppia etichetta di landa “gioiosa” e “amorosa” non s’è tuttavia mai scollata del tutto.
Voltiamo dunque la nuca a venezia, ché la grandeur dell’entroterra deve molto alla serenissima – cui s’è di fatto “consegnata” senza venire soggiogata – ma non può esaurirsi in un prisma di riflessi all’ombra dei dogi. e partiamo da treviso, per lasciarla però subito. il primo affresco, forse la prima raffigurazione in assoluto, a ritrarre una figura umana con occhiali pare sia quello dipinto alla metà del trecento da tommaso da modena. campeggia su una parete della sala del capitolo dei domenicani, il volto è quello di ugo di provenza ed è in compagnia, tra gli altri, di un altro cardinale: ugo de billon con una sorta di pennino temperato.
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