Dalla fenice alla rondine, gli animali dell’eternità

di Franco Cardini

Bestie reali e mitologiche, spesso trasversali a molte culture, simboleggiano rinascita, resurrezione e il tempo dell’aldilà

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La resurrezione consiste nella credenza secondo la quale alla fine dei tempi i morti ritroveranno il loro corpo, seppur miracolosamente mutato, per la vita eterna. dal momento che tale credenza non è attestata nei libri della torah, la setta dei sadducei (alla quale appartenevano i sacerdoti del tempio) la escludeva dal novero delle credenze ortodosse; dall’ebraismo profetico il cristianesimo ne ha assunto la credenza, che è passata anche all’islam.

Al di fuori delle religioni abramitiche non si può parlare di vera e propria credenza nella resurrezione, che implica un ritorno alla vita in condizioni analoghe se non identiche a quelle nelle quali un corpo l’ha perduta: il concetto di rinascita, per il quale esiste un’ampia simbolica desunta dalla vita vegetale e dall’alternarsi delle stagioni, è difatti altra cosa. è semmai diffuso, nelle mitologie e nelle religioni cosiddette “naturali” (vale a dire a struttura mitico-immanentistica) il tema del ritorno non “ciclico-naturale” bensì prodigioso alla vita, che è anche ampiamente folklorizzato, come si vede nei miti greci di orfeo e dei pesci di glauco, e nella fiaba di biancaneve.

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