Scriveva massimo il confessore, grande teologo bizantino del vii secolo: «colui che conosce il mistero della resurrezione conosce il senso delle cose, conosce il fine per il quale dio fin dall’in-principio creò tutto». sulla scorta di questa penetrante osservazione che riguarda l’evento centrale del cristianesimo, il vero e proprio specifico della fede cristiana, è utile porsi una semplice domanda: perché gesù è risorto da morte?
Sarebbe troppo sbrigativo rispondere che egli è risorto perché era figlio di dio, dunque ciò stava nell’ordine normale delle cose. risposta vera ma parziale. d’altra parte, non è neppure sufficiente leggere la resurrezione come il miracolo dei miracoli: tale interpretazione contiene certamente una verità, perché la resurrezione è l’inaudito su questa terra, è ciò che contraddice la certezza universale secondo cui la morte è l’ultima parola sulla vita umana. ma a mio avviso è ancora una spiegazione insufficiente…
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Abbonati a Luoghi dell’Infinito per continuare a leggere
La rivista è disponibile in formato cartaceo e digitale
Abbonati alla rivistaSei già registrato? Accedi