Si chiama resilienza il futuro dell’Africa

di Matteo Fraschini Koffi

Dalla Somalia al Sudan alla Nigeria, grandi e piccole storie di persone e comunità segnano la strada per una nuova speranza

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«I media non capiscono cosa sta succedendo. la somalia non è più solo terrorismo e bombe. oggi è piena di giovani, anche della diaspora, che vogliono godersi il paese e rilanciare la speranza». commenti di questo tipo sono sempre più frequenti nella capitale somala, mogadiscio.
Sebbene devastata da una decennale guerra civile che continua tuttora, la somalia non è più quella di una volta. quella dei signori della guerra, dei rapimenti, degli attentati jihadisti. tutto ciò è presente, ma deve fare i conti con l’energia del futuro.

Con quei somali pronti a rischiare la loro vita ogni giorno per contribuire al futuro del loro paese. manar moalin ne è un esempio molto chiaro. ha lasciato la somalia da piccola ed è cresciuta prima in inghilterra e poi a dubai. da qualche anno è però tornata con una parte della sua famiglia a mogadiscio. «volevo far parte del percorso di pace somalo a mio modo – ha raccontato moalin –. ho quindi formato un luogo dove poter incontrare altri somali e parlare del nostro futuro insieme».

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