Piazza, oltre la retorica del luogo comune

di Luigi Prestinenza Puglisi

Le dinamiche che investono gli spazi urbani cambiano, così come si trasforma la funzione stessa delle piazze

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In italia c’è un po’ il mito delle piazze. hanno i nomi altisonanti dei padri della patria: dante, mazzini, garibaldi… e su di esse prospettano le cattedrali e i palazzi del potere civile. Hanno una forte tradizione storica e una notevole valenza simbolica. ma sono ancora quel che furono? Sono veramente i luoghi dello “stare”, dove le persone si incontrano e dialogano tra loro? Quando ci si dà un appuntamento, oggi si scelgono chiari riferimenti, si tratti di un monumento o di un caffè o di un muretto; se poi questi si trovino o no in una piazza è di secondaria importanza.

Perché poi si passeggia o ci si siede al tavolino. a londra per esempio, un luogo per eccellenza dove i giovani si ritrovano non è una piazza, ma la galleria d’arte contemporanea tate modern dove, oltre all’esposizione permanente, si svolgono eventi e mostre temporanee, e vi sono ambienti adatti agli incontri, dotati delle tecnologie legate al vivere e al comunicare tipico dei nostri giorni.

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