Nel 1802 papa pio vii chiaramonti nomina antonio canova soprintendente generale del patrimonio archeologico e artistico dello stato vaticano e direttore dei musei.
Lo fa ancorando l’iperbole laudativa a una comparazione storica che proclama – potremmo dire ex cathedra – l’equivalenza fra lo scultore di possagno e il “divino” raffaello.
«La santità di n.s. ha dichiarato che volendo contestarle la sua speciale ammirazione, non ha saputo manifestaglierla che seguendo le tracce medesime di leone x verso l’incomparabile raffaello d’urbino, collocandola nel più sublime grado di tutti gli artisti». Così papa chiaramonti e non si poteva dire meglio. La deliberazione di pio vii è il consapevole calco del celebre “breve” del 1515 con il quale leone x nominava raffaello soprintendente alle antichità di Roma.
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