I centri urbani del mondo euromediterraneo sono stati un importante “laboratorio sociale” fin dall’antichità. tuttavia, nell’europa del pieno medioevo, e in particolare nell’italia centro-settentrionale, questa generica e costante tendenza si tradusse in forme originali. L’originale dinamica di quest’esperienza prese il suo avvio nel corso del x secolo, allorché il mondo euromediterraneo occidentale uscì da una lunga crisi climatica, demografica e sociale. è stato anzi notato come l’insicurezza di quel secolo – attraversato dalle incursioni vichinghe, ungare e saracene – fosse uno dei fattori della rinascita dei centri urbani dopo una lunga depressione, datante almeno dal v secolo.
Le esigenze relative all’organizzazione della sicurezza condussero a ripopolare e a fortificare i centri urbani, alcuni dei quali erano stati a lungo abbandonati, o quasi: e i vescovi, che nelle città tradizionalmente avevano il centro della loro diocesi, furono i primi protagonisti di questa rinascita. attorno a loro si coagulò un’aristocrazia di boni homines provvisti di proprietà mobiliari e immobiliari, di esperienza, di capacità anche militari e difensive, che collaborando con il prelato cittadino configurarono in forme che variano da città a città l’emergere di un’attività comunitaria di governo che certo non coinvolgeva tutti gli abitanti in quanto decisionalmente corresponsabili, ma che li riguardava tutti come oggetto delle scelte dell’oligarchia più potente.
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