Pisa

di Timothy Verdon

La grande primaziale condensa nelle forme del capolavoro l’anima di un’epoca, la dimensione spirituale e quella politica

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​Iniziata nel 1063/1064, la primaziale pisana – la nuova cattedrale realizzata in margine all’antico centro abitato di pisa, nella cosiddetta “piazza dei miracoli”, la vasta area verde che circonda l’edificio – era l’espressione plastica delle ambizioni della repubblica marinara toscana. pisa, come genova più a nord, e amalfi a sud, era in lotta con venezia per il ricco commercio d’oriente; ed è sintomatico che nel medesimo anno 1063 anche la città lagunare cominciasse a costruire una magnifica chiesa palatina per i suoi dogi, la basilica di san marco.

Mentre però la serenissima, che voleva mettere in evidenza il suo rapporto privilegiato con bisanzio, realizzò san marco su modello di una chiesa costantinopolitana, pisa, impegnata nella guerra con il potere musulmano del mediterraneo occidentale, inventò qualcosa di completamente nuovo, attingendo a prototipi sia romani che nordafricani, e creando così un tempio capace di trasmettere la straordinaria convergenza di impulsi culturali di cui essa era allora centro e fulcro.

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