Leonardo da Vinci e la città dell'uomo

di Maria Antonietta Crippa

Leonardo si propose alla corte sforzesca di Milano come abile ingegnere e architetto I suoi progetti rivelano la dimensione umanistica del suo pensiero

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A milano, nel ducato retto da ludovico il moro, leonardo arrivò nel 1482 trentenne e già celebre, e vi tornò nel 1506, chiamato dal governatore carlo d’amboise che lo incaricò di predisporre i festeggiamenti per l’ingresso di luigi xii nel 1507 e lo nominò peintre ordinaire et ingénieur del re di francia. stimolarono la sua creatività molte città come: pavia, vigevano, mantova, venezia, firenze, negli anni del gonfaloniere pier soderini, e roma, guidata dal pontefice leone x.

Tuttavia si riconosce universalmente che il primo soggiorno in milano e il rapporto con questa città identificano il periodo e il luogo della più fertile e brillante esplosione del talento vinciano di artista-scienziato. Leonardo, che a milano avrebbe realizzato alcune delle sue opere più celebri (la vergine delle rocce, la dama con l’ermellino, gli studi conclusi nel disegno dell’uomo vitruviano, il dipinto murale dell’ultima cena nel refettorio del convento di santa maria delle grazie), si propose a ludovico il moro scrivendogli, tra le altre cose: «in tempo di pace credo satisfare benissimo a paragone de omni altro in architettura, in composizione di edifici pubblici e privati, et in conducer acque de uno loco ad un altro».

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