Rossano, con il Codex Purpureus nelle pagine della storia

di Cecilia Perri

Sfogliare il Codex Purpureus di Rossano, evangeliario greco del VI secolo, è un viaggio nel tempo della spiritualità e della cultura bizantine

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Parlare del codex di rossano, piccolo borgo calabrese intriso di cultura bizantina, oggi parte del comune di corigliano-rossano, suscita sentimenti di fascino, di emozione e di mistero. il fascino è legato, in primo luogo, al fatto che quest’opera unisce all’aspetto artistico un alto valore liturgico, simbolico, storico e identificativo di un territorio, che va a impreziosire quel dato puramente estetico che spesso si ha nei riguardi di un capolavoro. L’emozione nasce dal legame che inevitabilmente si viene a creare tra il codex e chi ha la fortuna di potersi accostare a questo straordinario oggetto.

Il mistero scaturisce dal dibattito ancora vivace e aperto intorno a esso: gli specialisti continuano a produrre nuove ipotesi e interpretazioni, a volte contrastanti, mantenendo vivi i nodi e le contraddizioni che hanno caratterizzato la sua storiografia. la bibliografia sul codex è sterminata, poiché è stato citato in molteplici studi e in più discipline, di carattere paleografico, esegetico, storico, artistico e liturgico.

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