Steve McCurry, leggere senza confini

di Alessandro Beltrami

Il fotografo americano Steve McCurry ha raccolto in decine di immagini persone immerse nelle parole

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Leggere non è importante di per sé o per un fine strumentale (“leggere per diventare migliori”), ma probabilmente ognuno legge per un motivo che gli è proprio. e se i motivi per cui si legge sono tanti quasi quanti sono gli uomini – o i libri –, all’origine di ogni lettore che sceglie liberamente di leggere non pare così improbabile che ci sia stata un’esperienza, una prima (o una seconda) volta, una lettura che lo ha convinto a leggere ancora. nessuna spinta morale, nessun volontarismo di stampo autoevolutivo. parrà banale, ma leggiamo perché ci piace leggere. Indipendentemente da quello che si legge.

Così sembra essere per i lettori immortalati da steve mccurry in oltre quarant’anni di carriera nei contesti più vari: dai luoghi di preghiera in turchia ai mercati in italia, dal caos delle strade indiane agli spazi silenziosi dell’asia orientale, dall’afghanistan a cuba, dall’africa agli stati uniti, da soli in camera alla luce morbida di una finestra o nel mezzo della giungla in compagnia degli elefanti. o, capita, persino nelle biblioteche! si leggono testi sacri, giornali, romanzi, riviste, tomi antichi, manuali tecnici. li leggono anziani, bambini, ragazze, operai, massaie: a dimostrazione che la lettura è prima di tutto un fatto antropologico. come cantare, raccontare, guardare le stelle in cielo.

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