L’ultima notte, il primo giorno

di Ermes Ronchi

Dalla sera dell’Ultima cena al buio del Golgota fino al Sabato santo sulla terra scende un’ombra densa: ma dell’amore più grande e paradossale

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In quell’ultimo giovedì, al tramonto, gesù pronuncia parole terribili su del pane e del vino. parla di un corpo spezzato, di sangue versato. di un uomo consegnato. cosa è stata la vita di gesù se non un continuo e appassionato consegnarsi? neppure il suo corpo ha tenuto per sé: “prendete e mangiate”; neppure il suo sangue: “prendete e bevete tutti”.
Sera del tradimento, che inizia con l’abbraccio degli amici e termina in catene. Sera dell’abbandono: e, abbandonatolo, fuggirono tutti.
E' difficile immaginare una celebrazione dell’amore più realistica dell’ultima cena. non ha niente di romantico, è uno scontro con la complessità dell’amore, con i suoi conflitti e la sua vittoria finale.

E' il momento della crisi, quando gesù passa per il fuoco; il momento in cui tutto è esploso, tutto sembra finire. dice ai suoi discepoli semplicemente e liberamente che è arrivata la fine, che uno di loro lo ha tradito, che pietro lo rinnegherà, che gli altri fuggiranno, nella notte, ingoiati dalla paura. eppure lava loro i piedi. 
Volete sapere qualcosa di voi e di me? – dice gesù a discepoli e discepole di ogni tempo – vi do un appuntamento: uno che è posto in basso. che cinge un asciugamano e si china a lavare i piedi ai suoi. Li lava perfino a giuda, che lo tradisce.

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