Nella sua ambigua natura fisica di particella e di onda la luce investe dall’esterno l’architettura e la rende percepibile ai nostri occhi. l’ombra invece ha due anime diverse: l’ombra propria appartiene all’edificio, lo occupa fino a che la luce non la scopra, cosa che non riesce mai a fare completamente; l’ombra portata è la proiezione del volume architettonico sul terreno o sulle cose circostanti, qualcosa che si adatta, come un velo, alle forme dell’ambiente.
Nell’antichità classica il compito affidato alla luce è quello di mettere in evidenza i caratteri formali dell’architettura utilizzando l’ombra per sottolinearne la plasticità. porte, finestre e lucernari consentono poi di illuminare gli ambienti interni quando non sono in contatto diretto con l’esterno. Raramente viene affidato alla luce il compito di comunicare un messaggio, un significato simbolico. un caso evidente è l’oculo della cupola del pantheon, con il quale l’imperatore Adriano voleva forse esprimere, con la luce dall’alto, ciò che accomuna tutte le religioni del suo impero.
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