Luce e ombra, anima dello spazio sacro

di Paolo Portoghesi

Non ci sarebbe lo spazio creato dall’uomo senza luce e soprattutto senza ombra. E i significati mutano nei secoli

Immagine articolo
Lente zoom immagine

Nella sua ambigua natura fisica di particella e di onda la luce investe dall’esterno l’architettura e la rende percepibile ai nostri occhi. l’ombra invece ha due anime diverse: l’ombra propria appartiene all’edificio, lo occupa fino a che la luce non la scopra, cosa che non riesce mai a fare completamente; l’ombra portata è la proiezione del volume architettonico sul terreno o sulle cose circostanti, qualcosa che si adatta, come un velo, alle forme dell’ambiente.

Nell’antichità classica il compito affidato alla luce è quello di mettere in evidenza i caratteri formali dell’architettura utilizzando l’ombra per sottolinearne la plasticità. porte, finestre e lucernari consentono poi di illuminare gli ambienti interni quando non sono in contatto diretto con l’esterno. Raramente viene affidato alla luce il compito di comunicare un messaggio, un significato simbolico. un caso evidente è l’oculo della cupola del pantheon, con il quale l’imperatore Adriano voleva forse esprimere, con la luce dall’alto, ciò che accomuna tutte le religioni del suo impero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Abbonati a Luoghi dell’Infinito per continuare a leggere

La rivista è disponibile in formato cartaceo e digitale

Abbonati alla rivista

Sei già registrato? Accedi

Immagine articolo

Mondo CEI