E' indubbio: gesù amava la sua terra natale e il suo paesaggio. Lo testimoniano le sue parabole e i suoi discorsi, popolati di terreni aridi, di semi e seminatori, di erbacce e di messi, di vigne e di fichi, di gigli e di cardi, di pecore e pastori, di uccelli, di pesci, di cagnolini, di serpi, di avvoltoi, di scorpioni, di tarli, di venti di scirocco e tramontana, di lampi, di piogge e arsure, e così via. L’orizzonte entro cui la sua esistenza storica si è mossa comprendeva le tre regioni della palestina, provincia dell’impero romano.
Le tre regioni
La settentrionale è la Galilea: confina a nord col libano attraverso il monte hermon da cui nasce il giordano; a est c’è la grande fossa giordanica col lago di Tiberiade; a sud si stende la fertilissima pianura di Esdrelon o Izreel; a ovest la costa mediterranea col monte carmelo che chiude questo territorio, fondale della prima missione di gesù. Infatti l’importanza della galilea più che all’antico testamento («può mai venire un profeta dalla galilea?» si dice in giovanni 7,52) si connette alla vita di Gesù. Il centro cristiano ideale è costituito da nazaret, a cui si aggiungono cafarnao e il lago di tiberiade, nomi pieni di suggestioni per il pellegrino cristiano. La regione offre panorami molto dolci, è costellata di ricordi e di emozioni cristiane di grande intensità.
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