Gli affreschi del sant’agostino di rimini stanno alla storia della pittura riminese del trecento come quelli di santa croce a firenze (Taddeo Gaddi, Bernardo Daddi, Maso di banco e gli altri) stanno alla storia della pittura fiorentina dello stesso secolo. In sant’Agostino, chiesa identitaria della rimini storica (il suo campanile romanico domina lo skyline cittadino) si conservano i fondamentali della scuola pittorica riminese del trecento; una scuola «raffinata, spesso squisita» (Cesare Brandi), destinata a diffondersi lungo tutta la dorsale adriatica, da pomposa a tolentino, da Ravenna a Fabriano.
La chiesa ha subito rinnovamenti radicali in età tardo barocca ma gli affreschi della cappella absidale, scoperti nel 1916, e in seguito opportunamente restaurati e valorizzati, si sono salvati e oggi costituiscono l’attrazione principale dell’edificio. per capire l’importanza degli affreschi del sant’agostino, bisogna prima comprendere quello che accadde in italia, nel campo della pittura, fra gli ultimi anni del XIII secolo e i primi del XIV. Tutto nasce dal cantiere assisiate di giotto. è lì, nei murali della basilica superiore con la vita di san francesco, che prende forma «nella scoperta del vero e nella certezza dello spazio misurabile» (longhi) la nuova lingua figurativa degli italiani.
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