Cade in quest’anno 2020 il sesto centenario dell’avvio ai lavori della cupola di Filippo Brunelleschi per il duomo di Firenze. L’attuale opera di santa maria del fiore ha reputato che la ricorrenza meritasse d’essere degnamente celebrata e che il modo più pertinente per farlo fosse quello di seguire la strada di coloro (“operai” del duomo, essi pure) che a Brunelleschi allogarono il progetto e la cura della cupola.
Non c’è sistema migliore per onorare i nostri padri che raccoglierne l’eredità spirituale e culturale; che non vuol dire limitarsi a tutelare – com’è d’altronde doveroso – un lascito materiale ricchissimo; significa bensì fare nostre le virtù eminenti che informarono le loro scelte. Per conservare un patrimonio d’arte occorrono sapienza e conoscenze tecniche; per emulare gli uomini che di quello stesso patrimonio furono i promotori bisogna tentare di recuperarne le qualità intellettuali e morali: il coraggio, la spregiudicatezza e, ovviamente, la cultura; senza la quale quelle doti diventano vizi.
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