Benedetto, Francesco, Caterina, tre santi per una nuova Europa

di Enzo Bianchi

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«Vi fu un uomo di vita santa, Benedetto di nome e per grazia. fin dai primi anni della sua vita possedeva un cuore maturo. Nato in provincia di Norcia da famiglia di elevata condizione sociale, fu mandato a roma per dedicarsi agli studi umanistici. ma tralasciata ben presto la formazione letteraria, abbandonata anche la sua casa con i beni paterni, desideroso di piacere a dio solo, cercò il comportamento della santa vita monastica. Si ritirò dunque dal mondo, e da un’italia devastata dalle invasioni barbariche, saggiamente ignorante e sapientemente incolto (scienter nescius et sapienter indoctus)».

Con queste incisive parole papa gregorio magno, nei suoi dialoghi (inizio del libro ii) apre la biografia di san benedetto. nato verso il 480, benedetto, dopo aver compiuto in gioventù la scelta di “ritirarsi dal mondo”, conobbe negli anni le diverse forme di vita monastica del suo tempo. dopo un tentativo fallito di riformare un monastero esistente, tornò nella solitudine, e venne raggiunto ben presto da molti, che desideravano mettersi sotto la sua paternità spirituale. Nel 529 si trasferì con alcuni discepoli a montecassino, per dare vita a una nuova forma di vita monastica. per questo cenobio scrisse la sua regola, testimonianza viva del suo grande discernimento e del suo senso della misura. la regula benedicti divenne nei secoli successivi quella fondamentale di tutto il monachesimo d’occidente. secondo un’antica tradizione, Benedetto morì il 21 marzo del 547.

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