Fides, ratio e poesia la cultura secondo di Giovanni Paolo II

di Gianfranco Ravasi

Wojtyla ha sempre considerato fondamentale la cultura in tutte le sue forme. E questo anche in virtù della sua originaria vocazione di poeta

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E' una sorta di “oceano” testuale: 14 encicliche, 15 esortazioni, 11 costituzioni, 45 lettere apostoliche, migliaia di discorsi e persino cinque libri. è questo il patrimonio teologico ufficiale dei quasi ventisette anni di pontificato di giovanni Paolo II. arduo è disegnare una mappa di un pensiero che si è ramificato lungo molteplici itinerari teorici, pastorali, sociali, culturali e che ha coniugato la fermezza sui principi cristiani con una vivace attenzione alla modernità. Difficile è anche isolare i percorsi di taglio culturale, filosofico-sociale e artistico perché la stessa categoria “cultura” è di sua natura globale, coinvolgendo tutte le dimensioni dell’antropologia e non solo quelle alte delle arti e delle scienze.
tre sono le stelle che brillano con maggior intensità su quest’oceano di testi e di parole proclamate.

Innanzitutto è di scena la cultura “teologica” di papa wojtyla. la sua prima enciclica, redemptor hominis (1979), aveva al centro la figura gloriosa di cristo, salvatore del cosmo e della storia: l’annuncio di gesù, della sua opera, della sua parola ha fatto sempre fremere il cuore e le pagine di Papa Giovanni Paolo II. E' attraverso cristo che si risale al padre: è per questo, allora, che la seconda enciclica, la dives in misericordia (1980), fu dedicata al volto di dio nella sua tenerezza amorosa, proprio come ci è stato rivelato dal figlio Gesù.

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