Il primo tratto del pontificato di karol wojtyla che, secondo il mio parere, merita più generosa ermeneutica e più creativa elaborazione riguarda precisamente la sua straordinaria determinazione a riabilitare il cristianesimo come forza storica – non semplice forma religiosa – che imprime un nuovo corso ai ritmi epocali dell’idea umanistica. il pensiero e il magistero di papa wojtyla hanno impresso alla riconciliazione della visione cristiana con i destini dell’umanesimo (e più radicalmente la destinazione dell’uomo) i tratti di un imperativo epocale per la coscienza credente e la comunità ecclesiale in quanto tale. Senza presunzione di sorta, ma anche senza soggezione alcuna.
L’enciclica inaugurale del pontificato è già del tutto esplicita nei confronti di questo progetto di abitare la nuova epoca attivando una missione evangelica radicalmente focalizzata sulla liberazione dell’assoggettamento umano al paradossale dominio degli strumenti materiali che l’ingegno umano medesimo produce. una concezione materialistica della vita come quella che si va ideologicamente affermando quale cifra dell’epoca – va detto francamente, infine, ed è merito di Papa Wojtyla averlo puntualizzato senza reticenze – «condanna l’uomo a tale schiavitù, pur se talvolta, indubbiamente, ciò avvenga contro le intenzioni e le premesse stesse dei suoi pionieri» (redemptor hominis, 16).
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