La pubblicazione di un nuovo messale costituisce un evento importante per la vita della chiesa, poiché è sommamente importante il dono al cui servizio è posto questo singolare libro liturgico. E' il dono dell’eucaristia, così descritto dal santo papa giovanni paolo ii nell’enciclica ecclesia de eucharistia (2003): «la chiesa ha ricevuto l’eucaristia da cristo suo signore non come un dono, pur prezioso tra tanti altri, ma come il dono per eccellenza, perché dono di se stesso, della sua persona nella sua santa umanità, nonché della sua opera di salvezza». Ce ne siamo accorti in questo tempo di emergenza sanitaria, quando il dono domenicale dell’eucaristia non è stato più disponibile in modo scontato. Perché il dono eucaristico possa essere accolto e apprezzato nella sua preziosità e nella sua bellezza, è necessario che la forma della celebrazione sia corrispondente al suo contenuto: di più, è necessario che la forma appaia come il modo concreto attraverso cui il dono è offerto e ricevuto.
Il libro del messale è uno strumento al servizio di questo dono. esso custodisce la struttura e l’ordine della forma celebrativa dell’eucaristia, offrendo un modello per tutta la comunità cristiana. apparentemente si tratta di un libro destinato solamente al ministro ordinato che presiede l’eucaristia: chi lo prende in mano e ne sfoglia le pagine durante la messa è soltanto il presbitero o il vescovo presidente, che vi trova le parole da pronunciare e i gesti da compiere. in realtà il messale è un libro liturgico che appartiene a tutta l’assemblea celebrante, perché in esso sono indicati i testi che la coinvolgono e i gesti che la riguardano.
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