L'occhio è organo centrale nella simbolica del corpo: esso rinvia alla visione e quindi alla percezione e alla sapienza; il latino video come il greco antico oida hanno la stessa radice del sanscrito veda, che significa “saggezza”, “conoscenza”, e che dà il nome alla più antica raccolta di testi sacri in sanscrito. I testi vedici identificano i due occhi come il sole e la luna (e, per contro, i due astri diurno e notturno come gli occhi dell’universo); analoga tradizione si riscontra nel taoismo cinese e nello shintoismo giapponese.
L’occhio unico ha valore di potenza assoluta: il sole è detto in numerose tradizioni “occhio dell’universo” e rinvia all’onniscienza. così, l’occhio è associato nell’induismo al dio agni e nel buddhismo al buddha stesso; induismo e buddhismo hanno usato le piume del pavone, in quanto disseminate di disegni simili a occhi, per indicare la conoscenza universale. nella tradizione shivaitica, il terzo occhio in mezzo alla fronte richiama alla conoscenza spirituale: anche tale simbolo è passato al buddhismo. Le statue del buddha e gli stupa a lui dedicati sono sempre muniti di coppie di occhi che si abbassano come in uno stato di meditazione. Il buddhismo conosce due tipi di occhi: il primo è quello interiore o occhio della saggezza, che vede il mondo del dharma (ossia dell’ordine cosmico), ed è conosciuto anche come terzo occhio del buddha; il secondo è chiamato occhio esterno o materiale perché vede la realtà evenemenziale.
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