Come abitare il mondo

di Sergio Givone

Le parole delle prime pagine della Genesi sono alla radice di ogni etica, perché chiamano in causa il bene e il male

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Naturalmente si può risolvere la questione posta dalla bibbia dicendo che la signoria dell’uomo sul creato è esemplata su quella del signore, di cui l’uomo è a immagine e somiglianza, e dunque si tratta bensì di dominio, ma di dominio nella forma della custodia e dell’accudimento. Ma questo non fa che aggirare l’ostacolo, che resta tale, e anzi è lì a sfidarci, tanto più oggi, in un mondo in cui la tecnica induce l’uomo a violare la natura anziché prendersi cura di essa.

Proviamo allora a leggere in questa prospettiva ciò che immediatamente segue a genesi 2,15 e cioè le prime parole che il signore rivolge all’uomo: «tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti» (2, 16-17). E avanziamo un’ipotesi avventurosa ma neanche tanto: che qui il signore alluda al doppio aspetto – un aspetto negativo e un aspetto positivo, un aspetto di violenza e di dominio e un aspetto di accudimento e di cura – che evidentemente caratterizza il rapporto fra l’uomo e il creato.

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