Essere o virtuale

di Leonardo Servadio

La pandemia ha portato la cultura online: i pro e i contro nel parere dei direttori delle grandi pinacoteche e degli esperti

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Dal materiale all’immateriale. dagli spazi delle gallerie con la loro corposa successione di opere esposte, alle immagini reperibili in internet. nei mesi della pandemia, seppure chiusi, i musei hanno imparato a farsi sentire e a essere vicini alle persone, forse aprendo così una nuova epoca nei rapporti col loro pubblico: «hanno dimostrato una vigorosa capacità di resilienza – afferma irene baldriga, docente di museologia alla sapienza – e hanno saputo rispondere con tempestività al diffuso e forte bisogno di cultura».

L’offerta digitalizzata infatti ha dato una nuova dimensione alle loro proposte culturali «che si sono dimostrate efficaci non solo nel conservare il patrimonio, ma anche nel proiettarsi nel futuro inserendosi nel dialogo sulle tematiche calde di questi anni: dai problemi del cambiamento climatico a quelli dei diritti umani. grazie allo spazio informatico, si sono allacciate nuove e più strette vie di dialogo tra istituzioni museali e società. in particolare nelle relazioni con le scuole: in questi mesi molti insegnanti sono ricorsi all’offerta online delle grandi collezioni per arricchire le loro lezioni, e ne sono derivati nuovi stimoli anche per l’attività museale, che si è rivelata tanto più cruciale per la formazione continua della cittadinanza».

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