L’opera artistica più emblematica dell’ordine domenicano – l’opera con un’importanza per i frati predicatori paragonabile a quella degli affreschi di assisi per i frati minori – è il ciclo di immagini realizzato dal beato angelico per il convento di san marco a firenze, fondato nel 1436.
L’artista guido di piero, poi “frate giovanni” e infine “beato angelico” (così chiamato per tradizione, verrà beatificato da giovanni paolo ii il 3 ottobre 1982), da vicchio nel mugello a nord di firenze, non solo raffigurava il salvatore, lo conosceva. Giorgio Vasari gli attribuisce questa affermazione: «chi fa cose di cristo con cristo deve stare sempre». secondo vasari l’angelico «spese tutto il tempo della sua vita in servigio di dio e benefizio del mondo e del prossimo». ancora vasari lo presenta come modello per i religiosi e per altri “ecclesiastici”, uomo di “somma e straordinaria virtù”, “di santissima vita”, “semplice uomo e santissimo ne’ suoi costumi”, “umanissimo e sobrio”, il quale «non avrebbe messo mano ai pennelli, se prima non avesse fatto orazione» e «non fece mai crocifisso che non si bagnasse le gote di lagrime». la frase intera che vasari gli attribuisce è: «chi fa quest’arte, ha bisogno di quiete e di vivere senza pensieri; e chi fa cose di cristo, con cristo deve stare sempre».
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