Quando si sente parlare di santi domenicani, il pensiero corre subito a tommaso d’aquino, caterina da siena, vincenzo ferrer, martino di porres, pio v e rosa da lima. ma è raro che si pensi subito al loro padre e fondatore, da cui pure trassero il nome con cui vengono comunemente designati. ancora oggi domenico di caleruega (una volta detto di guzmán, dal nome della famiglia nobile di cui era il più famoso esponente secondo una tradizione storiografica interna all’ordine) è, tutto sommato, un personaggio poco noto, sicuramente non un santo popolare, a differenza di numerosi altri, assai più famosi.
Tuttavia, il numeroso e universale corteo dei santi e sante – 87 santi, 305 beati, 27 venerabili, 119 servi di dio – della famiglia domenicana deve a lui la propria identità. esiste infatti un filo rosso che attraversa la storia della santità “in bianco e nero” e che lega gli uni agli altri martiri, vescovi e pontefici, predicatori e missionari, laici, monache e suore dalle origini dell’ordine (1216) fino ad oggi. questo filo è stato recentemente fatto oggetto di attenzione e di indagine in un convegno internazionale tenutosi a roma nel novembre 2019, dal titolo “la politica della santità dell’ordine dei predicatori” e ai cui atti rimando il lettore per i personali approfondimenti (cfr fra trionfi e sconfitte: la politica della santità nell’ordine dei predicatori, a cura di Gianni Festa e Viliam s. Doci, Roma 2021).
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