Il celebre autore dei racconti di canterbury, geoffrey chaucer (1340 circa - 1400), intuiva già che i racconti della passione di cristo sono stati redatti dagli evangelisti da angolature diverse e con ideali “inchiostri” narrativi e teologici differenti. nel racconto di melibeo scriveva: «voi sapete che ogni evangelista non ci narra il martirio di gesù cristo totalmente allo stesso modo del suo compagno. eppure tutti i loro racconti sono veri e tutti concordano nel senso che, se pur vi sono discrepanze nel modo del narrare – perché uno dice di più e l’altro di meno nelle pagine che descrivono la sua compassionevole passione – il significato generale è però indubbiamente uno solo».
Gli evangelisti sono, quindi, già loro scrittori, ma attorno ai loro testi si è aggregata nei secoli successivi una folla immensa di autori che hanno ricreato, attualizzato, trasfigurato e fin deformato quelle vicende narrate. è impossibile inseguire questa imponente sequenza di testi che scandiscono ogni momento di quella storia che rivive ancor oggi nella settimana santa, provocando e commovendo. la nostra sarà, perciò, solo una libera rievocazione esemplificativa che scandirà qualche tappa di quell’itinerario di dolore e di solitudine percorso da cristo, un soggetto divenuto anche un’incessante fonte iconografica per gli artisti di tutti i secoli.
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