«Si dice che la luce arrivi dall’est, ma sicuramente la bellezza arriva dal sud»: con queste parole, nel suo libro dedicato al compositore georg friedrich händel, il musicologo paul Henry Lang inizia il capitolo che introduce il viaggio del maestro sassone nel nostro paese. E' infatti dal XVIII secolo che l’italia rappresenta la meta privilegiata del grand tour alla scoperta dei tesori artistici disseminati lungo tutta la penisola, isole comprese. Di una terra musicale per eccellenza, che ha rappresentato la culla del melodramma e che nel corso dei secoli ha dato i natali ad alcuni tra i compositori e gli interpreti, i teatri e le istituzioni musicali più illustri dell’intero pianeta. Il “viaggio in Italia” si è imposto come un’esigenza culturale, quasi un obbligo morale, per intere generazioni di artisti e di studiosi, parte integrante del percorso di formazione e di istruzione, finanche di iniziazione sociale dei rampolli delle famiglie aristocratiche più altolocate.
E viaggio musicale in italia è il titolo di un prezioso volume con cui charles burney – valente compositore e storico della musica inglese – lascia ai posteri qualcosa di più vivido, variopinto e fondamentalmente diverso dalle cronache o dalle compilazioni erudite già esistenti, decidendo di raccogliere sul posto quelle notizie di prima mano che le biblioteche londinesi non possono procurargli.
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