Una millenaria lotta contro la natura per non essere sopraffatto, e una altrettanto millenaria cura della natura per trarne sostentamento: queste due azioni dell’uomo hanno modellato (e progettato) il paesaggio, autentico specchio della società al pari della città. e come ogni azione dell’uomo, entrambe sono state sostenute da un intento estetico, perché armonia è la parola che consente la vita. Un’armonia simbiotica che la modernità ha messo in crisi, sostituendola con sfruttamento e sopraffazione. un numero crescente di persone oggi, da più parti, cerca nuove vie per ricostruirla, in una sintesi tra spazi e stili di vita capaci di riscoprire il senso profondo della parola “creato”. E' questo il filo rosso dello speciale del nuovo numero di “luoghi dell’infinito”, il mensile di itinerari, arte e cultura di “Avvenire”, in edicola da martedì 6 giugno.
Nell’editoriale, Enzo Bianchi, fondatore della comunità di bose, racconta l’abbraccio di natura e cultura nelle pievi che costellano l’orizzonte d’europa. ermes ronchi e marina marcolini leggono questo rapporto attraverso la sacra scrittura, da cui emerge che servire la terra è culto divino. il costruire in simbiosi con l’ambiente è uno dei grandi segreti dimenticati dell’uomo, che l’architettura e l’urbanistica sono chiamate a recuperare: su questo aspetto si alternano Maria Antonietta Crippa, Marco Romano e Adele Villani.
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