Un mare di volti

di Eraldo Affinati

Nelle aule della scuola Penny Wirton a Roma la vita sale in cattedra e insegna, tra immigrati e giovani italiani, il valore dell’educare

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Tornare a insegnare guardando negli occhi i nostri studenti, senza la mediazione degli schermi dopo quasi due anni di pandemia, è meraviglioso: come quando da bambini risalivamo in bicicletta alla fine di una lunga malattia e scoprivamo, con sorpresa e stupore, che sapevamo ancora farlo, avendo temuto di non esserne più capaci. Il vento ci accarezzava il volto e noi pedalavamo sullo sterrato della campagna intorno a casa con rinnovato entusiasmo quasi fosse la prima volta.

E' questa la sensazione che ho provato vedendo David Hoshodin, quarantenne nigeriano della periferia di lagos, scendere dalla rampa di casal bertone, a Roma, dove si trova la Penny Wirton, scuola gratuita di italiano per migranti. il sole torna a brillare, ho detto a me stesso, adesso dobbiamo riprendere a camminare con fiducia e determinazione. E' stato proprio quest’uomo carico di passione vitale l’avanguardia dei nostri scolari. vederlo pronto a firmare sul registro delle presenze il suo arrivo ufficiale, con il doveroso green pass, a stento trattenendo il sorriso sotto la mascherina, ci ha dato la forza di cui avevamo bisogno. Sono bastate poche battute per conoscerlo e guidarlo verso il banco dove lo attendeva il volontario che gli abbiamo destinato.

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