Visioni dall'Apocalisse

di Roberto Mussapi

L’Olanda celebra i 500 anni dalla morte di Hieronymus Bosch con la più grande mostra mai dedicata al pittore fiammingo

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​visionario, apocalittico, fantasmagorico… ma soprattutto realista. sì, hieronymus bosch è uno dei più grandi realisti della storia dell’arte. ha dato colore e forma alla sostanza stessa della realtà, non si è accontentato di offrircene la superficie, per quanto splendente. la disposizione di molteplici scene su più piani – che caratterizza gran parte delle sue opere – vuole cogliere l’essenza delle cose nel segno della multiformità, e mostrarci il dialogo quotidiano tra terra e cielo, tra creatura e creatore. perché se quel che conta è invisibile agli occhi, bosch quell’invisibile ha cercato, amato, intuito e raffigurato. l’invisibile è provvidenza operosa, amore, preghiera, libertà, ma è anche tentazione, caduta, infedeltà, follia… le sue opere sono un gioco di sguardi, quello esteriore e quello interiore, che mai, ci dice il maestro, possiamo separare perché il prezzo sarebbe la cecità, quella che gesù condanna nei farisei: la falsa visione di se stessi e del mondo… il maestro fiammingo ha saputo raffigurare la menzogna, che al male sempre si accompagna, nelle sue innumerevoli declinazioni, attingendo alla sua fantasia che non conosceva limiti o inibizioni e ai bestiari medievali, con la loro lunga tradizione di figure mostruose che avevano solcato storie e geografie e le cui radici affondavano nell’antica persia e nella grecia classica. come ha sottolineato jurgis baltrušaitis, bosch forgia in visioni apocalittiche l’antico immaginario che abitava spazi marginali nei codici e nei capitelli romanici e gotici, e per primo lo pone al centro della scena. il giudizio universale si dispone in una spazialità nuova, complessa e lontana dalla verticalità atemporale degli affreschi medievali. l’artista fiammingo disegna l’altro rinascimento, dove non troviamo costruzioni razionali e prospettive armoniose, ma le tensioni di un mondo imperfetto in cui il sonno della ragione e la mancanza di fede e di amore generano mostri. le visioni apocalittiche non sono allora solo espressione dell’ultimo giorno, ma anche dei grandi orrori in agguato nella storia degli uomini: dagli echi delle catastrofi del passato (alluvioni e maremoti nei paesi bassi, la guerra dei cent’anni…) ai presagi di quelle future, a partire dalle guerre di religione che, a seguito della riforma, devasteranno nuovamente l’europa.

di giovanni gazzaneo

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