Quando ci troviamo e ci riconosciamo in quel punto d’incontro fra luce e tenebre, vita e morte che si contrappongono, la parola rimane in gola, non formulata. regna il male. l’evolversi dei secoli e delle civiltà, nonché delle coscienze di uomini e donne, sembra avvolto in una sorta di bolla contenitore, cui si è dato un nome indefinibile e non sperimentabile nella sua realtà: silenzio.
Seguito poi da un genitivo, si complica e suona enigmatico: silenzio di Dio. Chi mai è dio o questo Dio?
Per il fatto stesso che egli non parla come noi umani e non si fa capire, come noi umani vorremmo, è ancora dio oppure una trasposizione astratta, creata solo per giustificare un presente che, nelle mani della persona, è come una medusa che punge, irrita e fa ammalare?
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