Casentino, terra di meraviglia

di Franco Cardini

A cavallo tra Toscana e Romagna, questi luoghi selvaggi sono custodi di memorie sante e dantesche. E di grandi piatti

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Dal punto di vista geografico il casentino, che si presenta al visitatore come un complesso e pittoresco insieme di alture boscose e di vallate solcate dall’arno nel suo alto corso e dai suoi affluenti, è in realtà un bacino compreso all’interno di una di quelle cinque “catene sfalsate, come quinte teatrali” (questa la definizione dell’enciclopedia europea) disposte da nordovest a sudest, che caratterizzano l’appennino settentrionale: nell’ordine la lunigiana, la garfagnana, il mugello, il casentino stesso e la valtiberina. Un territorio boscoso, di rocce tenere e friabili che danno luogo a frane spesso vistose e a pittoreschi calanchi. Si tratta di un’area ampia oltre 800 chilometri quadrati, “a conca”, che può considerarsi parte del cosiddetto “appennino toscoemiliano” ma che, più propriamente, confina a est con la romagna.

La “valle chiusa” del casentino è limitata a nord dal monte falterona; a ovest dalla catena del pratomagno; a est dalle “alpi” di serra e di catenaia (tutte alture del sistema preappenninico occidentale), quindi la romagna: a sudest dal fiume chiassa, affluente di destra dell’arno, fino alla confluenza con l’arno stesso a nordovest di arezzo. 

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