La Carnia, o del Paradiso

di Roberta Dapunt

L’amore della poetessa per questi luoghi di montagna solitari e resistenti, dove ancora è ben viva la lingua friulana

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Amo la Carnia da quando la vidi per la prima volta. conosco i suoi paesi, ho conosciuto persone che li dotavano di vita ogni giorno e so le storie che sono appartenute al loro spazio temporale. la carnia ne è piena. così so di verzegnis e so anche che la miseria ha portato a una decadenza sociale forte fino alle disgrazie, delle quali è rimasto l’odore nell’aria, quasi fosse un castigo. per me che vado lì in visita, questo odore è un dono, anche per il paese che non sa di averlo ricevuto, la ricchezza data a pochi, di poter raccontare.

Qui racconto givigliana, lì ho passato tempo e pensiero rivolto alla poesia. ho riempito alcuni quaderni, ma sono versi che tengo in un cassetto, sento di doverli preservare da miei probabili adornamenti oggi. givigliana ha i faggeti intorno, sorge in forte pendenza a mezzacosta del monte crostis. nel corso del secolo scorso gli abitanti di gjviano sono emigrati tutti, abbandonando le case alla vista dei resistenti rimasti.

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